Fiducia, Home Mixology e qualità in un tappo, Tapì Group per non sbagliare.

C’era una volta il bancone. Un anno fa. Poi il Covid e tutto il suo carico di dramma, paura e restrizioni ha cambiato tutto. I gesti, i sorrisi e la cortesia del barman sono finiti in un cassetto. Bar e locali chiusi ed ecco che scopriamo come fare il pane in casa, la pasta, i lievitati. Personalmente mi sono appassionato alla mixology, quell’arte di preparare i cocktail che appartiene ai bartender in giro per il mondo. In tutto questo e ve lo spiegherò più avanti, mi imbatto in una bella realtà italiana, la Tapì Group che è un’azienda “boutique globale” che progetta chiusure per i segmenti premium e super premium delle bevande, così come si legge sul loro sito. Un Gruppo multinazionale riconosciuto per originalità, design e attenzione all’estetica che cerca di portare nel mondo la cultura del valore della bellezza, declinata nei prodotti che progettano. Vari tipi di tappo per ogni bottiglia, per ogni liquido, ma con un comun denominatore: la sostenibilità. Tapì Group offre prodotti ed utilizza sistemi innovativi che uniscono funzionalità, alto impatto estetico e attenzione per l’ambiente, come la tecnologia neos o la chiusura pure, sistemi questi che fanno dell’azienda veneta una delle leader del mercato del packing alimentare.

Ce ne accorgiamo nel vivere quotidiano. Esistono diverse tipologie di tappo per il packaging delle bevande in generale. Ce ne sono di tutti i tipi di diverse forme e dimensioni, tra cui i più famosi sono quelli a vite, i classici in sughero o materiale sintetico ed i tappi corona. Al di fuori della tipologia di chiusura che si decide di adottare, anche e soprattutto in base alle caratteristiche tecniche del pregiato liquido che si intende preservare, ciò che è importante ai fini di packaging design è la personalizzazione soprattutto in un settore come quello dei liquori e distillati, oltre che per le prestazioni tecniche che esso deve poter garantire, anche per il messaggio che si desidera comunicare. Un tappo personalizzato, cioè con il logo aziendale, permette di essere immediatamente riconoscibili agli occhi di tutti i consumatori, sia del settore (baristi e ristoratori in generale) sia di quelli finali, cioè i clienti. Se hai sempre pensato che il tappo è solo un tappo, ecco che hai sempre sbagliato di grosso. La chiusura di un distillato è a conti fatti parte integrante del packaging e, con esso, deve essere in grado di comunicare l’essenza del prodotto.

Partecipando al contest organizzato da AIFB (Associazione Italiana Foodblogger) con Tapì Group avente ad oggetto Il mio amico Bartender ed io ho avuto la fortuna di incontrare uno dei bartender di Parma più conosciuti. Ve ne avevo già parlato in questo articolo all’inizio dell’avventura di questo blog. Lui si chiama Giovanni Bruno, salentino doc, ma a Parma da più di vent’anni ha gestito un paio di locali in centro, per poi, insieme a Giovanni Sparano diventare socio del Gran Caffè dei Marchesi. Oggi lavora presso L’altro Lato della Forchetta, sempre nella città Ducale. Giovanni è innamorato del proprio lavoro, lo si capisce, quando tra una domanda e l’altra che gli pongo, mi dice che il bancone è la cosa che gli manca di più in questo momento (l’intervista è stata fatta a fine gennaio 2021 e ‘Emilia Romagna era zona arancione). Bartender di successo s’innamora subito della bottiglia di gin di Fred Jerbis, oggetto della nostra chiaccherata, insieme alla preparazione di un drink, packing stupendo con il tappo che risalta ancora di più la bellissima bottiglia e soprattutto il raffinato liquore all’interno. Giovanni è diventato famoso durante il primo lockdown perché sulla sua pagina facebook ha impartito lezioni di home mixology insegnando come prepare un gin tonic o il bloody mary, il suo cocktail preferito. Divertitevi a vedere il video dell’intervista che trovate nel link a fondo pagina, individuerete quali siano gli elementi fondamentali dei drink di Giovanni, scoprirete perché il tappo di Tapì Group per il gin di Fred Jerbis sia magico…

Intanto vi lascio la ricetta di Fiducia, il cocktail che Giovanni ha pensato e creato per questo contest:

4 cl di gin

2 cucchiai di miele biologico millfiori (per me questo il migliore: AlmEmilia)

succo di mezzo lime

3 goccie di Angostura bitter

Per la decorazione: salvia fresca, lime e violetta

Procedimento: shekerare nel boston ghiaccio, succo di lime, gin ed Angostura, servire senza ghiccio in una coppetta ghiacciata e decorare con lime grattugiato, salvia fresca e violette

Quindi, in coclusione, non solo tappo e non solo involucro: il mondo del packaging per le bevande in generale, è in costante evoluzione e lo stesso mercato è sempre più competitivo. Per questo diventa fondamentale cogliere al volo tutti gli strumenti per comunicare al meglio per rispondere alle esigenza del consumatore sempre più attento ai particolari.

Giovanni è un grandissimo fan del rocker canadese Bryan Adams, a lui questa canzone che ci dia un po’ di fiducia per questo presente.

Il Link dell’intervista: FIDUCIA, un intervista al bartender Giovanni Bruno

6 commenti Aggiungi il tuo

  1. mumcakefrelis77 ha detto:

    Bellissimo e speriamo di tornare alla normalità per gustarci in leggerezza questo drink

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  2. Antonella ha detto:

    Spettacolare

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  3. Stefano Mele ha detto:

    Meraviglioso… quando si ama ciò che si fà…si riceve “FIDUCIA” dalle persone.

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  4. Monica ha detto:

    Bravo Giovanni! Non ti smentisci mai! Complimenti di cuore!

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