Ricordi d’infanzia, memorabili mangiate a pranzo la domenica. Mia madre che preparava la crostata con gli amaretti e la marmellata di albicocche, ancora oggi me la faccio preparare per il mio compleanno, poi la lunga preparazione del polpettone, l’assaggio (meglio il furto) di carne in preparazione, il grembiule di mia madre, le sigarette ed il corriere della sera di mio padre, il subbuteo per me. Queste erano le domeniche a Milano, queste le immagini indelebili che si sono fossilizzate nella memoria. Alcuni dicono che i gusti che hai da bambino sono quelli per cui, se ami cucinare e gustare, quelli a cui tendi, sono ormai idealizzati. Con queste “idee” nella testa Vi propongo una delle migliori ricette di nonna Buccia (in questo blog il suo contributo è e sarà fondamentale), molto ricca e gustosa: IL POLPETTONE!
300 gr di carne macinata di manzo;
300 gr di carne tritata di vitello;
300 gr di carne macinata di maiale, (forse anche 100 gr di salsiccia);
2 uova intere;
5 cucchiai di parmigiano reggiano;
1 cipolla, 1 carota e prezzemolo;
150gr di burro;
alloro, sale e pepe q.b.
Preparare in una ciotola capiente le carni ben tritate (chiedete al macellaio 3 diversi tipi di macinato per riconoscerle meglio durante l’impasto), due uova intere, 5 cucchiai parmigiano, sale e pepe. Unire un trito finissimo di una cipolla , carota e prezzemolo. Impastare bene per dare la forma del polpettone.
Intanto, a parte, foderare una pirofila alta (pentole che vadano bene anche in forno) con la sua carta ed in un pentolino mettete del burro (quello da panna acida per me insuperabile) e fatelo sciogliere, e, vi prego, NON SOFFRIGGERE!
Mettete il polpettone ottenuto nella pirofila, versateci sopra il burro fuso, sopra l’impasto porci 4 foglie di alloro. Coprite con carta da forno in modo tale da lasciare due buchi negli angoli della pentola. Forno a 180 c° per 75 minuti.
A questo punto tirate fuori la pentola e lasciate raffreddare “la polpetta gigante” in modo tale che la carne si compatti bene.
Prima di servirlo tagliate le fette come nella foto, versateci sopra il sugo rimasto nella pirofila, scaldatele in una padella e servite.
Ottimo direi come contorno delle patate arrosto, ma se volete osare un pochettino, un’insalata, sempre di patate, con panna acida, porri scottati ed olive taggiasche.
Correvano gli anni ’80, il mio orecchio musicale si faceva sempre più rock, un gruppo irlandese si faceva conoscere al mondo, aveva il nome di un areo spia o, forse no, forse di una linea della metropolitana di Berlino…, forse era semplicemente un acronimo di ANCHE TU o ANCHE VOI in inglese, col walkman sdraiato sul letto ascoltavo “una domenica di sangue”